Sepolti in casa: la disposofobia

Via XI Febbraio, 63, 61121 Pesaro PU, Italia




Ho guardato un programma in tv che s'intitola “Sepolti in casa”.
E' difficile non restarne catturati e colpiti.

Anni fa mi capitava di dover fare delle domicilari in case di persone seguite dal Dipartimento di Salute Mentale e direi che di solito le case che vedevo apparivano come un misto di sporcizia, disordine e oggetti accumulati qua e là. A volte anche la spazzatura.

Ma quello che le telecamere riprendono in casa di queste persone è indubbiamente agghiacciante: muri di oggetti accatastati, nelle camere e sulle pareti, tanto da coprire completamente tutti i pavimenti e impedire l'accesso a buona parte delle stanze.



Hoarding: accumulo o disposofobia


In America questo show televisivo s'intitola “Sepolti vivi” (buried alive) come il titolo di un famosissimo film horror.
E l'idea di essere schiacciati e senza speranza in casa non è mai stata tanto evidente.
Tecnicamente gli hoarders, gli “accumulatori” compulsivi, soffrono di una patologia che da poco è stata catalogata e definita: la disposofobia, cioè l'accaparramento irresistibile e patologico, che si riferisce all'acquisizione eccessiva di beni materiali, l' accumulo e il non utilizzo degli stessi.
Questa condotta interferisce anche con le fondamentali attività quotidiane, come dormire, usare il bagno, pulire e cucinare.
Ovviamente l'impatto sul lavoro,  e le relazioni con gli altri, è devastante.
Personalmente credo si tratti sempre di una forma di disturbo ossessivo-compulsivo, ma indubbiamente è un tipo di patologia che ben si adatta in una società consumistica, dove l'accaparrare oggetti è una condizione reale e possibile (in un villaggio nella giungla americo-latina sarebbe meno scontato).

Le relazioni sociali spesso vengono ridotte, se non eliminate del tutto e le persone affette da questo disagio, si ritrovano in balia dei loro oggetti-tesoro, incapaci di dare ordine anche alla loro quotidianità, dove le attività più semplici come la cura di sé, mangiare, ecc. sembrano sperdersi nel caos.
Il caos quindi non è solo in casa, ma anche nelle menti.
Grandi volumi di materiali infiammabili si ammassano pericolosamente. 
Pile instabili di oggetti pesanti sarebbero in grado di intrappolare o schiacciare le persone, e portare soccorso verrebbe ostacolato con porte e finestre bloccate dagli oggetti.
L'accumulo continuo di rifiuti e cibo può portare insetti e infestazioni.


Ma a cosa serve accumulare cose di cui non si sa bene cosa farne?


Ma soprattutto, quando si arriva a riempire una stanza fino al soffitto e a dover rinunciare all'uso della cucina o a poter dormire nel proprio letto, cosa sta succedendo?
Quale vuoto queste persone vanno riempiendo?

Mi viene un po' da collegarlo alle abbuffate bulimiche: riempio, riempio, fino a che c'è spazio e anche di più.

Credo sia difficile pensare che l'aiuto della “home organizer”, un operatore che aiuta a fare ordine, sia sufficiente, se non si va a fondo del problema. 



I programmi in tv sul disturbo da Accumulo compulsivo


Ecco cosa è apparso sul sito dell'APA , American Psychological Association, a questo proposito: (http://www.apa.org/gradpsych/2011/09/psychology-shows.aspx)
Nell'articolo ci si chiede se i Media riportino un'idea realistica del disagio psicologico e dell'intervento dello psicologo.
Il programma televisivo Sepolti in casa dovrebbe essere utile per rendere le persone consapevoli di un problema serio e spesso incompreso. E 'chiaro che non si tratta di persone pigre e disordinate, ma che non hanno alcun controllo sul proprio comportamento. Sembra proprio che il programma televisivo semplifichi eccessivamente il trattamento per questo problema, spesso raffigurato come un week-end di pulizia come sorta di importante passo avanti, quando i tempi di risoluzione sono molti più lunghi.
Sembra proprio che i media sfruttino come sempre l'effetto voyeurismo degli spettatori, ma metta in secondo piano il reale modo in cui affrontare il disagio e cosa davvero stia avvenendo a queste persone.
Cosa li ha portati fino a questo punto.

La scorsa settimana c'era la vicenda di una giovanissima sedicenne che ad un certo punto si rende conto che la sorellina minore ha paura di entrare nella sua stanza e di stare con lei.
Nel pianto sconsolato della ragazzina, sembrava esserci tutta l'angoscia della paura di restare sola e di non essere accolta per quelle parti di se piene di profondo disagio che era così impegnata a riempire di oggetti.
Forse questo accumulare e riempire lo spazio è un modo per tenere gli altri lontani..per paura di essere feriti, ma alla fine non c'è più spazio neanche per se stessi.



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© dott.ssa Susanna Murray - Psicologa Psicoterapeuta Pesaro. Design by Fearne.